Il secondo Biennio Rosso all’Arco

Nonostante si trattasse di un’azienda giovane e decentrata rispetto al panorama industriale bolognese, le prime lotte sindacali all’Arco arrivarono nel 1966 con le manifestazioni per il contratto nazionale dei metalmeccanici e proseguirono durante il Sessantotto.

Le rivendicazioni di quel periodo riguardarono principalmente l’applicazione del contratto collettivo nazionale, il corretto inquadramento delle categorie lavorative e l’aumento salariale, ma la questione più sentita fu la richiesta di un premio di produzione.

In seguito a varie agitazioni, il 22 luglio del 1968 venne sottoscritto un accordo che prevedeva l’istituzione di una commissione tecnica aziendale, composta da delegati sindacali e un rappresentante della dirigenza, allo scopo di stabilire il premio di produzione; inoltre veniva corrisposta una somma forfettaria e un’integrazione oraria al salario come indennità sostitutive del premio.

Tuttavia già l’anno seguente l’azienda, dato che non aveva messo a disposizione i dati di produzione necessari al calcolo del premio, fu costretta dagli scioperi e dalle pressioni dei sindacati ad aumentare l’indennità forfettaria già presente, in sostituzione del premio di produzione.

Nel maggio del 1969 venne infine eletta e costituita la Commissione interna quale organo di rappresentanza dei lavoratori, che successivamente diventerà Consiglio di fabbrica.

Inoltre l’azienda aveva un alto tasso di occupazione femminile, e sebbene le donne fossero circa il 70% sul totale dei lavoratori, occupavano per la maggior parte le qualifiche più basse. La discriminazione era presente anche nell’applicazione dei livelli contrattuali a parità di grado di istruzione, dove il 65% delle donne con la licenza elementare erano inquadrate nel secondo livello (il più basso), mentre il 72% degli uomini era distribuito tra il terzo e il quarto.

L’accordo del 1969 affrontava già, in anticipo rispetto alle altre contrattazioni aziendali, la questione degli asili nido; anche questa maggiore sensibilità verso temi legati alla maternità era da imputare ad un’alta presenza di donne in particolar modo giovani.