La parabola dell’Egam

Gli anni ’70 si aprirono con l’ingresso della Cognetex nell’Egam (Ente gestione attività minerarie), in cui si formò il più importante gruppo industriale italiano nel campo della produzione di macchine tessili. La Cognetex infatti, grazie al grande ammodernamento di quel periodo produsse una gamma rinnovata di prodotti all’avanguardia. Fu un momento di grande innovazione, intraprendenza e crescita che indusse la dirigenza ad avviare la costruzione di un nuovo stabilimento in via Selice. Ma questo decennio segnò anche il passaggio dall’offensiva operaia alla strategia difensiva per il mantenimento dei livelli occupazionali e delle conquiste fatte negli anni precedenti. I lavoratori della Cognetex infatti, specie nella seconda metà del decennio, furono costretti a scioperare, sostenuti dall’amministrazione comunale e dalla cittadinanza tutta in difesa dell’occupazione e della fabbrica e per imporre nuovi indirizzi economici e produttivi alle aziende a capitale pubblico. Sono gli anni della crisi del settore tessile (1974) e del fallimento e il conseguente scioglimento dell’Egam (1977), a seguito degli scandali in cui fu coinvolto. A pesare soprattutto fu la mancanza di un serio piano di rilancio industriale per tutto il settore meccano tessile e per la Cognetex, che intanto aveva cominciato la costruzione del nuovo stabilimento. Un tema questo che desta molta preoccupazione per la mancanza dei capitali previsti dall’Egam. Ad allarmare le maestranze e le organizzazioni sindacali e ad indurle a mobilitarsi per il rilancio dell’azienda, fu anche la situazione disastrosa in cui versavano le partecipazioni statali; si chiedeva infatti insistentemente un confronto con le istituzioni affinché cominciasse al più presto la ristrutturazione del gruppo delle aziende ex Egam salvaguardando e potenziando il patrimonio tecnico e produttivo.