Il secondo biennio rosso

Già dai primi mesi del 1968, presso le Officine Cevolani si susseguirono assemblee e consultazioni dei lavoratori, sostenute dalla sezione Fiom aziendale, volte a discutere i principali problemi che interessavano le maestranze dello stabilimento. I punti principali vertevano sulle qualifiche degli operai, l’orario di lavoro, il premio aziendale, la salute dei lavoratori e la nocività di alcuni aspetti del lavoro, la disciplina in azienda ed i permessi. L’organizzazione sindacale sottolineava la lenta, ma persistente, azione del padronato tesa a erodere le conquiste contrattuali ottenute dai lavoratori solo pochi anni prima: controllo dei ritmi di lavoro, irrigidimento dei rapporti disciplinari, mancata concessione della riduzione dell’orario di lavoro e rifiuto del rinnovo del premio aziendale sono alcuni dei comportamenti denunciati dalla sezione Fiom.

A fronte delle richieste avanzate nel giugno dello stesso anno dalla Commissione interna della Cevolani, la direzione delle Officine determinò, nell’ottobre successivo, una nuova indennità (fissa per ogni categoria) in sostituzione del premio di produzione con decorrenza a partire dal 1° novembre 1968. Si impegnò a provvedere alla distribuzione gratuita di due tenute da lavoro entro il gennaio 1969; circa la mensa aziendale – di prossima cessione in gestione a terzi – si assunse l’onere del primo piatto, mentre il secondo e le consumazioni aggiuntive restavano a carico del lavoratore. Inoltre, sempre a decorrere dal 1° novembre 1969, fu adottato un monte ore settimanale pari a 45, distribuite su sei giornate lavorative.