Vecchie e nuove rivendicazioni: dall’ambiente di lavoro alle sperimentazioni di nuovi profili

Nella seconda metà degli anni Settanta, sopraggiunsero nuove e vecchie rivendicazioni da parte dei lavoratori riuniti in assemblee, la cui onda giunse ai primi anni Ottanta.

Un’importante ipotesi di piattaforma aziendale fu presentata dal consiglio di fabbrica e dalla FLM provinciale nel marzo 1978, i cui temi principali vertevano sulla priorità di un ambiente di lavoro salubre, su una migliore organizzazione del lavoro capace di valorizzare lo sviluppo delle maestranze, sul mantenimento dell’allora livello occupazionale pari a 190 unità circa, sulla necessità di incrementare i superminimi ed i premi di produzione. Veniva inoltre richiesto un aumento a 600 del monte ore retribuito per il consiglio di fabbrica. L’accordo aziendale del giugno successivo recepì le richieste avanzate dai lavoratori. In particolare, fu stabilito come prioritario il miglioramento dell’ambiente di lavoro, da realizzare attraverso un potenziamento della sua illuminazione, l’adeguamento dei servizi igenico-sanitari e la stesura di un piano-programma (curato dal consiglio di fabbrica, da attuare entro il 31 agosto 1979) teso a trovare soluzione ai problemi come il ricambio dell’aria e sistemazione delle lavorazioni nocive. L’azienda si impegnava a valorizzare i lavoratori  dando loro mansioni più professionalizzate, a mantenere gli stessi livelli occupazionali sino al 30 giugno dell’anno successivo, ad aumentare le quote salariali. Fu elevato a 500 il monte ore annuo retribuito a disposizione dal consiglio di fabbrica.

I livelli occupazionali furono stabili negli anni immediatamente successivi e un nuovo accordo nel gennaio 1981 confermava l’impegno della direzione al mantenimento dell’organico esistente sino al 30 giugno 1982. Il consiglio di fabbrica e la FLM provinciale convennero con l’azienda a un accordo che verteva principalmente sull’organizzazione del lavoro e sullo sviluppo del lavoratore. Furono stabilite procedure di sperimentazione per la qualificazione professionale delle maestranze in percorsi, dalla durata di 12 mesi, che interessavano alesatrici e torni a controllo numerico, frese orizzontali e verticali, rettifiche per esterni ed interni, montaggio, con l’obiettivo di formare figure con capacità tecnico-pratiche elevate e dotate di autonomia esecutiva.