L’amministrazione controllata della Minganti

Le crescenti criticità economiche che la Minganti si trovò ad affrontare nel corso degli anni Settanta portarono, a partire dal 1980, ad una situazione finanziaria in cui l’indebitamento verso le banche e lo squilibrio tra ordini e fatturato misero in crisi la fabbrica, il cui disavanzo era di 11 miliardi. Ciò fu anche dovuto ad una gestione poco attenta della struttura organizzativa aziendale. La bassa capacità produttiva e l’inadeguata riqualificazione del parco macchine e dei beni strumentali portarono il 10 maggio 1981 all’amministrazione controllata, la quale sarebbe durata due anni, fino al 1983, al fine di ricapitalizzare e riorganizzare in termini commerciali e produttivi le Officine.

Nel momento in cui il Tribunale di Bologna dichiarò l’amministrazione controllata, le maestranze occupate nello stabilimento erano circa 600, a cui si aggiungevano altri 100 lavoratori operanti nella Socomec, azienda affiliata alla stessa Minganti. Nell’ottica di una ristrutturazione dell’organico aziendale, nel giugno 1981 la direzione ventilò la possibilità di ridurre il personale di circa 60 unità, anche utilizzando strumenti come la cassa integrazione. Tale opzione fu tuttavia rigettata dall’assemblea di fabbrica, che rispose con una vertenza volta ad ottenere una soluzione stabile e duratura. Nel settembre successivo, però, 80 dei 600 dipendenti risultavano in cassa integrazione.

Per la salvaguardia ed il rilancio delle Officine, su iniziativa della Regione Emilia-Romagna, del Comune e dell’Amministrazione provinciale di Bologna, nacque un comitato cittadino con il compito di coordinare le iniziative a favore della fabbrica. Ciò nonostante, la crisi aziendale si fece sempre più grave. Si susseguirono gli scioperi e i cortei dei lavoratori, ma nel gennaio 1982 le maestranze erano già scese da 600 a 440, mentre per la Socomec gli addetti passarono da 100 a 60. Per la FLM le cause della crisi erano da rintracciarsi nella mancanza di una “testa pensante” che potesse prendere le redini dell’apparato organizzativo e produttivo.