Le lotte contro la riduzione dell’orario e per un aumento del premio di produzione (1968-69)

Il ’68 alla Sabiem si aprì con la protesta contro la scelta unilaterale dell’azienda di diminuire l’orario di lavoro, e di conseguenza il salario; da ciò scaturì una vertenza sull’orario di lavoro, ma che puntava anche sull’aumento del premio di produzione, non solo per sopperire al calo della retribuzione ma soprattutto all’aumento dei ritmi di lavoro, dovuto alla ristrutturazione e ad una rinnovata organizzazione del lavoro. Nei primi mesi del 1968 i lavoratori scioperarono spesso, specie a marzo e aprile, contro l’intransigenza della direzione, incapace di trovare una soluzione ai problemi sollevati dalla vertenza. Il 15 luglio, dopo una novantina di ore di sciopero, le organizzazioni dei lavoratori e l’azienda raggiunsero un accordo che stabilì per il reparto officina, il maggiormente interessato dalla vertenza, un aumento del premio di produzione proporzionale agli incrementi di produttività. L’anno successivo, il 1969, vide ancor al centro delle rivendicazioni operaie il premio di produzione, di cui si richiedeva un’ulteriore revisione, insieme alle richieste di diritti sindacali, tra cui il diritto di assemblea, la libertà di diffusione della stampa e della propaganda sindacale e la tutela degli attivisti sindacali; l’accordo stabilì anche l’istituzione di una commissione paritetica con il compito di studiare la revisione del premio di produzione. Gli scioperi messi in atto durante la vertenza furono caratterizzati da livelli di articolazione mai visti in precedenza: il 21 maggio 1969 si realizzarono 8 scioperi da 45 minuti al reparto officina, 6 ore totali al reparto fonderia e 6 ore per gli impiegati; tutti con una adesione del 100%. Il 5 luglio venne siglato l’accordo, che sancì la trasformazione di una parte del premio di produzione – il 30% – in minimo garantito, ma anche il diritto di assemblea in fabbrica a cui potevano partecipare i membri dei direttivi sindacali esterni e la ristrutturazione del comitato antinfortunistico aziendale con all’interno anche i rappresentanti dei lavoratori. Alla fine dell’anno, a novembre, cominciarono le assemblee tra gli operai della Sabiem e gli studenti delle Aldini-Valeriani in cui si discuteva il miglioramento delle condizioni in fabbrica e una scuola non asservita alla volontà dei padroni.